[vc_row css_animation=”” row_type=”row” use_row_as_full_screen_section=”no” type=”grid” angled_section=”no” text_align=”left” background_image_as_pattern=”without_pattern” background_color=”#f6f6f6″ css=”.vc_custom_1508236276301{padding-top: 50px !important;padding-right: 50px !important;padding-bottom: 50px !important;padding-left: 50px !important;}”][vc_column width=”1/3″][vc_single_image image=”2177″ img_size=”350×350″ alignment=”center” style=”vc_box_border” qode_css_animation=””][/vc_column][vc_column width=”2/3″][vc_column_text]

Don Carlo

[/vc_column_text][vc_separator type=”small” position=”left” color=”#000000″][vc_empty_space height=”16px”][vc_column_text]

Don Carlo è l’opera più complessa e monumentale di Giuseppe Verdi su libretto di Joseph Méry e Camille du Locle tratto dall’omonima tragedia di Friedrich Schiller. La prima rappresentazione, in cinque atti e in lingua francese, ebbe luogo l’11 marzo 1867 alla Salle Le Peletier del Théâtre de l’Académie Impériale de Musique di Parigi. In Italia la prima è stata il 27 ottobre 1867 al Teatro Comunale di Bologna con Angelo Mariani (direttore d’orchestra), Teresa Stolz, Antonietta Fricci ed Antonio Cotogni nella traduzione di Achille De Lauzières-Thémines ed Angelo Zanardini. Nel 1872 Verdi operò alcune modifiche minori con la collaborazione di Antonio Ghislanzoni, il librettista di Aida. La revisione più importante fu realizzata oltre 10 anni dopo e comportò l’eliminazione dell’originario atto primo. Le modifiche al libretto furono messe a punto da du Locle, ma la versione in 4 atti andò in scena al Teatro alla Scala di Milano il 10 gennaio 1884 nella revisione di Du Locle per la traduzione di de Lauzières-Thémines e Zanardini. Due anni dopo Verdi si pentì del taglio e l’opera andò in scena per la prima nel Teatro Comunale Nuovo di Modena, il 29 dicembre 1886, in una nuova versione in cinque atti (senza le danze dell’originale francese) che fu anche pubblicata da Ricordi nella riduzione per canto e pianoforte. La sua stesura fu abbastanza lunga e impegnò Verdi per oltre un anno. Ne deriverà un mastodontico Grand Opéra, corredato di balletti e grandiose scene corali definibili quasi “di massa” in armonia con le consuetudini dell’opulento genere operistico francese.

[/vc_column_text][vc_column_text] Torna indietro [/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]